Milan Urban Food Policy Pact. Al Global Forum 500 delegati dal mondo celebrano i 10 anni del patto
La prima sessione plenaria all’Università degli Studi di Milano: protagonisti Jane Battersby, Carlo Petrini, Stefano Gatti, Nosipho Nausca-Jean Jezile e i sindaci di Bangkok, Betlemme, Parigi e Quelimane
Milano, 14 ottobre 2025 – I lavori del Milan Urban Food Policy Pact entrano nel vivo: gli oltre 500 delegati da tutto il mondo hanno partecipato questa mattina alla sessione plenaria di apertura, che si è tenuta nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, alla presenza del sindaco di Milano Giuseppe Sala, della vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo e della rettrice dell’Università degli Studi di Milano Marina Brambilla.
Al centro della mattinata, i keynote speech di Jane Battersby, professoressa associata presso l'Università di Città del Capo ed esperta di sistemi alimentari, e del fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che hanno aperto la tre giorni di dialogo e collaborazione dedicati al futuro dei sistemi alimentari urbani e del Patto di Milano (Milan Urban Food Policy Pact), oltre alle voci di Stefano Gatti, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo e Inviato Speciale per la Sicurezza Alimentare, Ministero degli Affari
Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Nosipho Nausca-Jean Jezile, Presidente del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale della FAO.
Il Milan Urban Food Policy Pact
Il Milan Urban Food Policy Pact (MUFPP) è un accordo internazionale firmato, ad oggi, da oltre 330 città nel mondo - 120 città europee, 33 città del Nord America, 38 dell’America Latina, 51 città africane, 91 città asiatiche - con l’obiettivo di rendere i sistemi alimentari urbani più sostenibili, equi e resilienti.
Le prime 102 città firmatarie siglarono il ‘Patto di Milano‘ esattamente dieci anni fa, nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Marino, il 15 ottobre del 2015, e consegnarono il documento al Segretario Generale delle Nazioni Uniti, Ban Ki Moon, all’Expo il giorno seguente.
A dieci anni da quel momento, la sessione di questa mattina ha evidenziato il percorso dell’ultimo decennio, grazie agli interventi del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ricordando alla platea internazionale le sfide future e l'urgenza di politiche alimentari sostenibili e inclusive e l'importanza di sinergie internazionali sul ruolo della collaborazione multilivello. Dal 2015 a oggi i MUFPP ha coinvolto in diverse iniziative e progetti comuni oltre 2.600 funzionari in città di tutto il mondo, dando vita a processi di innovazione delle politiche alimentari locali.
“Il 2025 è per noi un anno simbolico: segna i dieci anni del lancio del Milan Urban Food Policy Pact ma anche i dieci anni dell’adozione della Food Policy del Comune di Milano - ha spiegato la vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo -. Mentre ci preparavamo ad Expo 2015 abbiamo capito che il cibo era sì una sfida globale, ma anche locale, vicina a noi, nei nostri quartieri. Nell’ultimo decennio la politica si è evoluta da visione ad azione e abbiamo messo in campo, anche grazie alla preziosa rete che abbiamo creato con il MUFPP, tante azioni concrete - in tema di refezione scolastica, di recupero delle eccedenze alimentari, di educazione - che altre città del mondo hanno replicato. Oggi rinnoviamo il nostro impegno per continuare a integrare le azioni locali, dimostrando che le città possono guidare una vera trasformazione attraverso le politiche alimentari”.
La Statale di Milano ospita gran parte delle sessioni, un luogo che testimonia l’importanza della ricerca scientifica nello sviluppo e nell’attuazione delle Food Policy.
“L'Università degli Studi di Milano è orgogliosa di essere parte del Milan Urban Food Policy Pact Global Forum, che si apre ufficialmente oggi - ha detto la rettrice della Statale di Milano Marina Brambilla -. In Statale svolgiamo attività di ricerca e formazione interdisciplinare che spaziano dall’agronomia alla biotecnologia, dalla nutrizione alle scienze sociali, con oltre 200 progetti attivi dedicati ai sistemi alimentari sostenibili, alla sicurezza alimentare e all’innovazione agroalimentare, e più di 6600 contributi negli ultimi dieci anni dedicati all’ambito food, tra curatele, volumi, articoli, tesi di dottorato e interventi a convegni. Il nostro impegno scientifico sul tema delle politiche alimentari troverà ulteriore impulso nel nuovo Campus della Statale che sorgerà a Mind, il distretto dell'innovazione sorto nell'area di Expo 2015: un'altra grande progettualità, nata, proprio come the Milan Urban Food Policy Pact, sulla scia di quella straordinaria esperienza generativa per Milano che è stata l'esposizione universale. Un progetto di respiro internazionale e di portata storica per la nostra Università, per Milano, per la nostra Regione. Su queste solide basi e guardando alle nuove possibilità che si apriranno nel futuro prossimo, non potremmo essere più orgogliosi di essere parte di questo eccezionale evento globale”.
Città a confronto: alla plenaria i sindaci di Bangkok, Betlemme, Parigi e Quelimane
La prima Plenaria del Milan Urban Food Policy Pact è stata anche occasione di confronto tra cinque città che hanno portato sul palco dell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano le proprie priorità a livello locale, buone pratiche messe in atto e spunti di riflessione sulle diverse esperienze, condividendo il modo in cui le città, ognuna con le proprie governance, stanno guidando la transizione verso sistemi alimentari più sostenibili, inclusivi e resilienti. Insieme alla vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo, sono intervenuti anche il sindaco di Bangkok, il sindaco di Betlemme, la vicesindaco di Parigi e il sindaco di Quelimane.
Il Keynote speech di Jane Battersby: focus
Nel suo keynote speech Jane Battersby, professoressa associata presso l'Università di Città del Capo ed esperta di sistemi alimentari riconosciuta a livello internazionale, ha ricordato l’importanza di fare rete e del potere che i governi locali possono avere e avranno nel guidare i Paesi verso sistemi alimentari sostenibili.
“Dieci anni fa, il Milan Urban Food Policy Pact ha stabilito il ruolo strategico che le città devono svolgere nello sviluppo di sistemi alimentari sostenibili, e oltre 100 di queste città sono diventate le prime firmatarie. [...] Da allora, abbiamo assistito a enormi progressi nell'agenda alimentare urbana, sia all'interno che all'esterno del Patto. Oggi ci sono oltre 300 città firmatarie da tutto il mondo. Gli ultimi dieci anni hanno visto anche una crescita fenomenale dell'interesse e dell'agire per i sistemi urbani da parte delle agenzie delle Nazioni Unite e degli attori coinvolti in tutto il mondo. [...]
E questo è importante perché la necessità di una governance alimentare urbana è ora più importante che mai. Nonostante la narrativa popolare secondo cui l'insicurezza alimentare è prevalentemente una sfida rurale, oltre tre quarti delle persone che soffrono di insicurezza alimentare nel mondo vivono in aree urbane e periurbane. Oltre il 70% del cibo prodotto in tutto il mondo viene consumato nelle città, che sono quindi molto potenti nel plasmare i sistemi alimentari. [...].
Stiamo cercando di guidare e trasformare i sistemi alimentari urbani in un contesto di continue sfide globali e locali. Siamo in un'epoca di austerità finanziaria che colpisce i governi, le ONG e le imprese, l'instabilità politica, il cambiamento climatico, i mercati inondati di cibo malsano, l'elevata insicurezza alimentare. Il momento sembra cupo. Tuttavia, penso che la scala urbana ci permetta di affrontare alcune di queste sfide in modi che non sono possibili su scala nazionale. Il governo locale ha il controllo su aspetti del sistema alimentare spesso ignorati dal governo nazionale, come i mercati pubblici; il governo locale è meglio attrezzato per sviluppare approcci integrati rispetto al governo nazionale. Il governo locale è il livello di governo più vicino ai suoi cittadini e quindi ha modi innovativi di lavorare con la società civile e in alcune parti del mondo, il governo locale ha un notevole potere politico ed economico, per influenzare il cambiamento al di fuori dei limiti del governo nazionale”.
Il Keynote speech di Carlo Petrini: focus
A chiudere la prima sessione Plenaria il keynote speech di Carlo Petrini , fondatore di Slow Food, che ha ricordato come, a dieci anni dalla firma del Milan Urban Food Policy Pact, le città dimostrano come il cibo sia fondamentale nella costruzione di comunità più felici e consapevoli. Nel guardare al futuro e nel percorso ancora da compiere tre sono i fronti su cui lavorare: la tutela della biodiversità, il nesso tra alimentazione e salute, e il cibo come strumento di pace.
“Dieci anni fa ricordo quando è stato firmato il Patto di Milano, grazie al quale attorno al cibo c’è stata una presa di coscienza come tema fondamentale nelle politiche urbane.
In questi anni il Milan Urban Food Policy Pact ha preso importanza e autorevolezza, per certi aspetti più grande di quello dei governi. Attorno al cibo il Patto ha saputo far maturare esperienze, scambi, incontri, conoscenze e a generare un flusso di positività sui territori che nessuna politica di governo è riuscita a fare. Dovete essere orgogliosi di questo e pienamente coscienti del fatto che avete imboccato la strada giusta, anche se quella da percorrere è ancora lunga. In questi anni l’elemento più significativo di questa vostra comunità è stato quello di concepire e capire come il cibo si sposa a una concezione multidisciplinare della vita: sociale, culturale, politica di un Paese.
A dieci anni dalla firma del 2015, riconosciamo come questo progetto è stato ed è ancora fecondo di una visione del mondo che la politica internazionale, invece, non recepisce completamente.
Ora avete davanti altre tre sfide importanti:
Tutelare la biodiversità: abbiamo bisogno di mettere sotto tutela migliaia e migliaia di prodotti alimentari della terra e dei mari che rischiano di scomparire per l’omologazione dell’offerta industriale. In 100 anni l’umanità ha perso il 70% di questa biodiversità. Abbiamo il compito di fermare questo disastro e salvare questa biodiversità da una produzione industriale che omologa il cibo. Difendere i prodotti dei territori è la cosa più innovativa e moderna che si possa concepire. Il diritto al cibo di qualità è un diritto per tutti; questa è la grande sfida che avete per le mani. In molte delle vostre città convive gente ben nutrita con chi è malnutrito e allora succede che a nutrire la gente malnutrita ci pensa l'industria mentre i contadini del territorio che coltivano la diversità danno il cibo ai ricchi. Ricchi produttori servono la povera gente, poveri produttori servono i ricchi.
Il rapporto tra cibo e salute: mai come nei prossimi anni il rapporto tra cibo e salute sarà dirimente. Il cibo è piacere, su questo non c’è dubbio, ma è anche medicina. La cultura del cibo ha l’obiettivo di favorire l'educazione alimentare dei più giovani, così come informare e far conoscere ai cittadini cosa mangiano.
Il cibo come strumento di pace: il cibo non è una commodity, il cibo è vita e per questo deve essere un veicolo di pace. È criminale aver assistito per due anni alla fame utilizzata come elemento di guerra. La politica del cibo è innovativa se non sostiene questa o quella economia, ma se sostiene la vita delle comunità, e in questo senso può solo essere politica di pace".
Aggiornato il: 14/10/2025